Giunta alla quinta edizione, si è tenuta il 14 e 15 luglio a MARANO SUL PANARO la FESTA DEL LUPPOLO AUTOCTONO. Evento ormai consolidato e apprezzato da tutto il panorama birrario, non si tratta solo di un momento per apprezzare ottime birre proposte dai birrifici presenti con i loro stand, ma è anche (e soprattutto) l’opportunità per fare il punto sul progetto di coltivazione del luppolo di EUGENIO PELLICCIARI con la sua ITALIAN HOPS COMPANY.
Al convegno hanno partecipato esponenti di svariati rami del settore birrario anche internazionale, cosa molto positiva per sentire diverse voci e dare credibilità al progetto.
Prima di tutto però si è data la parola alle autorità, vale a dire il sindaco di Marano sul Panaro, EMILIA MURATORI e l’assessore regionale Emilia-Romagna all’Agricoltura SIMONA CASELLI. Entrambe molto attente alle tematiche territoriali e di valorizzazione del territorio, hanno sottolineato quanto la birra artigianale possa essere un’opportunità di lavoro in agricoltura in quanto è ormai chiaro che il luppolo può essere coltivato anche in Italia. Contestualmente a questa consapevolezza cominciano a vedersi anche bandi e relativi aiuti economici regionali ed europei. Sembra quindi il momento giusto per iniziare a concretizzare le sperimentazioni.
Successivamente si è entrati nel vivo del progetto LUPPOLO AUTOCTONO con gli interventi di TOMMASO GANINO e MARGHERITA RODOLFI dell’UNIVERSITA’ DI PARMA che hanno esposto i risultati di un altro anno di ricerca sia nel CAMPO COLLEZIONE di Marano sul Panaro (gestito appunto da Pellicciari e dalla sua Italian Hops Company) sia in diverse coltivazioni lungo tutta la penisola.
Già dall’anno passato erano state selezionate TRE NUOVE VARIETÀ insignite del titolo di ITALIANE AUTOCTONE. In questa edizione del convegno, con la scelta dei nomi, sono state ufficializzate a tutti gli effetti le tre cultivar e le loro caratteristiche:
- M/P FUTURA – Luppolo da aroma. Alfa acidi 4,1%. Beta acidi 3,2%. Resa oli 0,59%. Caratterizzato da una certa freschezza da erbaceo e speziato. Sentori terrosi.
- M/P AEMILIA – Luppolo da aroma. Alfa acidi 3,8%. Beta acidi 2,0%. Resa oli 0,28%. Una sorta di Fuggle italiano. Speziato, erbaceo e floreale.
- M/P MÓDNA – Luppolo da amaro e da aroma. Alfa acidi 7,18%. Beta acidi 3,69%. Resa oli 0,61%. Profilo aromatico resinoso ed erbaceo ma anche agrumato
Il secondo punto su cui si sono focalizzati gli studi dell’anno passato è stato il TERROIR, ovvero l’influenza del territorio sulle coltivazioni. Diversi raccolti di CASCADE provenienti da tutta Italia sono stati analizzati e confrontati fra loro e con quelli americani della stessa varietà. Si è notato come le caratteriste di alfa e beta acidi e dei profili aromatici siano diverse in differenti microclimi e terreni. Bruno Carilli (fondatore del birrificio Toccalmatto) nel suo intervento ha fatto sapientemente notare quanto questa cosa possa essere importante: la biodiversità italiana (come nel caso dell’uva per il vino) può e deve diventare un traino per proporre al mercato del luppolo prodotti di qualità con proprietà e peculiarità uniche da zona a zona in modo da creare svariate eccellenze degne di tale nome.
L’Università ha avviato anche programmi per INCROCIARE LE SPECIE e pensando a quante nuove varietà di successo sono nate (soprattutto negli USA) in questo modo, è facile capire quanto sia importante continuare su questa strada.
Non è mancato un focus sull’analisi delle MALATTIE del luppolo e sull’utilizzo dei SOTTOPRODOTTI (germogli) per creare SOTTOLI, SOTTACETI e CREME. Simpatica la collaborazione con la gelateria locale SOLELUNA che ha prodotto due gelati al luppolo.
Eugenio Pellicciari ha chiuso la prima parte del convegno mostrando le novità (approfondite poi nella visita al luppoleto) per quanto riguarda il lato “pratico” della sperimentazione: un IMPIANTO DI ESSICCAZIONE e uno per la PELLETTIZZAZIONE. Da sottolineare anche l’impegno per creare una migliore tecnica agricola tramite l’abbassamento a due metri dell’altezza delle piante (ITALIAN LOW TRELLIS) piegando la cima ed utilizzando i rami laterali.
Nella seconda parte del convegno si sono alternati gli interventi di Alessandro Belli (Arrogant Pub), Simonmattia Riva (docente e giudice birrario), Massimo Faraggi (pioniere dell’homebrewing e membro MoBi), Bruno Carilli (Toccalmatto), Federica Barozzi (Coldiretti), Giuseppe di Rubbo (Ministero politiche agricole, alimentari e forestali), Andrea Fabbri (Università di Parma). Utili per allargare il raggio d’azione del convegno e portare l’iniziativa all’interno del mondo della birra artigianale sotto ogni suo aspetto.
Menzione d’onore ad un intervento particolarmente sentito e significativo, quello di JOHANN HEIMPEL, coltivatore, esperto impiantista e presidente onorario dei coltivatori del luppolo di TETTNANG. Dalla Germania ha portato un preziosissimo contributo alla discussione in quanto si è fatto portavoce della realtà tedesca che da sempre è una dei leader mondiali del settore. I suoi consigli chiari e diretti saranno sicuramente fondamentali per chi vorrà lavorare affinché l’Italia possa in futuro dire la sua e far parte a pieno titolo dei paesi produttori di luppolo.
Per quanto riguarda la festa in sé che si è svolta nella piazza del paese, si può solo elogiare il comune e tutti quelli che hanno organizzato e partecipato all’evento. All’ombra della quercia si potevano assaporare i prodotti dei birrifici ARGO, BELLAZZI, DADA, ELVO, RURALE e TOCCALMATTO accompagnati dalla cucina a base di luppolo di 19 28, dalle specialità emiliane de LA CAVAZZONA, e da quelle toscane de I TOSCANACCI. Incorniciata dalla fontana, la cotta dimostrativa dell’associazione BIRRA DIVIN PIACERE ha raccolto molti curiosi anche grazie al successivo workshop di Massimo Faraggi sull’argomento “birra fatta in casa”. Infine nel suggestivo Palazzo Montecuccoli si sono tenuti laboratori per approfondire tematiche relative al mondo brassicolo. Da argomenti di carattere storico (personaggi e nazioni che hanno fatto la storia del luppolo) a quelli di tipo culinario (luppolo in cucina e abbinamenti cibo-birra di GIORGIO MARCONI e MARCO MESSORI a cui io ovviamente ho partecipato!!) passando per l’homebrewing e per approfondimenti specifici sulla coltivazione ed utilizzo del luppolo nel produrre la birra.
Sembra già tanto quello che si è fatto in questi anni (ed effettivamente lo è!!) ma tutto ciò rappresenta solo l’inizio di un percorso che si spera sia molto lungo. L’Italia è agli albori della coltivazione di luppolo, ma il seme che è stato piantato deve essere curato con attenzione. L’opportunità di arrivare ad un prodotto veramente artigianale, fatto esclusivamente con ingredienti della nostra terra, è ghiotta e non deve essere sprecata. In particolare è necessario continuare a diffondere la cultura della birra artigianale in modo che i consumi aumentino e che tutte le attività legate ai birrifici possano aumentare esponenzialmente permettendo loro di creare un prodotto di qualità realmente ARTIGIANALE e ITALIANO!!